IL LOGO AB OVO

Perche' 'ab ovo'? Ci sono tre pensieri dietro questa scelta.

Il primo e' che AB OVO e' una delle 2800 'parole da salvare'; censite nel 2010 dal vocabolario Zingarelli. Si tratta di parole che rischiano l'estinzione per progressiva mancanza d'uso (come Adagio, Oblio, Miraggio, Rischiarare, Presunzione e tante altre). Cosi' sceglierla significa contribuire a salvarla.

Il secondo e' legato al significato: dall'inizio, in origine. Infatti e' da quando ho completato gli studi di Accademia che ho coltivato l'idea di realizzare una BOTTEGA (e non una Galleria, o almeno non solo). Una Bottega che, sul modello di quelle pre e post rinascimentali, fosse luogo per dipingere e svolgere le altre attivita' di studio, insegnamento, scambio di esperienza, diffusione di conoscenza legate all'arte e alla bellezza.

Il terzo pensiero e' che c'e' nel suono di questa espressione una evocazione di Napoli (Castel dell'Ovo) che e' il luogo in cui questo progetto si e' realizzato.

La locuzione " AB OVO" ha origine in un verso dell' "Ars Poetica" di Orazio (Quinto Orazio Flacco, 65 a.c. – 8°.c.) nel quale il poeta invita chi scrive poesia a tenere viva l'attenzione per il testo 'tralasciando le parti che non possono brillare nella narrazione'.

Perciò, afferma Orazio, se si narra della guerra di Troia non è opportuno cominciare parlando "dell'uovo" da cui nacque Elena, sposa del re di Sparta Menelao, il cui tradimento fu all'origine della guerra di Troia.

"Non fumum ex fulgore, sed ex fumo dare lucem
cogitat, ut speciosa dehinc miracula promat,
Antiphaten Scyllamque
et cum Cyclope Charybdim;
nec reditum Diomedis ab interitu Meleagri,
nec gemino bellum Troianum orditur ab ovo.
Semper ad eventum festinat et in medias res,
non secus ac notas, auditorem rapit, et quae
desperat tractata nitescere posse, relinquit;"

Traduzione
Di trarre la luce dal fumo, non il fumo dalla scintilla,
questo si propone, per ridestare la meraviglia delle sue invenzioni:
Antífate, Scilla, Cariddi ed il Ciclope.
Non inizia il ritorno di Diomede con la morte di Meleagro,
né la guerra di Troia dalle due uova del mito,
ma si affretta dritto alla meta, trascina il lettore in mezzo agli eventi,
come se questi gli fossero noti, e tralascia le parti
che ritiene non possano brillare nella narrazione;